L'obiettività in un giornalista (non nel columnist che firma un editoriale) è un prerequisito così come la verifica, anche incrociata, delle fonti. Le scuole di giornalismo, film e fumetti, traboccano di esempi che vanno a braccetto con quelli sulle 5 W.

Per questo mi ha stupito leggere qualche giorno fa sul Corriere della Sera l'ennesimo pezzo entusiasta sul presidente del Consiglio da poco in carica, Matteo Renzi, a firma di Maria Teresa Meli. L'autrice attribuiva a una decisione presa dal Consiglio dei Ministri la riduzione dei rimborsi telefonici cui hanno diritto i deputati, non più forfettari e limitati a una cifra mensile,e preannunciava il taglio degli emolumenti dei deputati. Due mosse fondamentali per vincere le europee si scriveva.

Ecco l'articolo completo.

Il leader si prepara alle Europee e medita un taglio di 2mila euro agli stipendi dei parlamentari

"Mi gioco, anzi, ci giochiamo tutto in due mesi": il passaggio dall' "io" al "noi" in una persona come Matteo Renzi conta. Eccome. Lascia intendere come lo stesso presidente del Consiglio abbia ...

http://www.sivempveneto.it/vedi-tutte/20270-il-leader-si-prepara-alle-europee-e-medita-un-taglio-di-2mila-euro-agli-stipendi-dei-parlamentari

L'articolo comparso sul Corriere della Sera l'1 marzo.

Governo Italiano - Comunicati stampa del Consiglio dei Ministri

Governo Italiano - Comunicati stampa del Consiglio dei Ministri

http://governo.it/Governo/ConsiglioMinistri/dettaglio.asp?d=74971

Il comunicato stampa del Governo

Nel comunicato pubblicato sul sito del Governo ovviamente non c'è traccia di queste misure. Ovviamente perché sono atti che rientrano nella piena autonomia della Camera dei Deputati in virtù dell'autodichia. Può piacere o meno ma gli organi costituzionali hanno autonomia contabile e amministrativa, soprattutto per evitare di renderli economicamente dipendenti dal governo di turno.

Comunque bastava leggere il comunicato del Governo per evitare di scrivere un passaggio del genere:

" Ci sono dei segnali che il premier vorrebbe dare subito. Per far capire che la politica non vive in un mondo avulso dalla realtà, dove vige il privilegio. Uno, per la verità, lo ha già dato. Nel consiglio dei ministri in cui ha nominato una sfilza di sottosegretari scelti rigorosamente con il Manuale Cencelli. Un primo piccolo segnale. Anticipatore di quello che verrà. Finora i deputati avevano un rimborso forfettario di poco meno di 4 mila euro l’anno per le telefonate fatte con il cellulare. Senza alcuna documentazione. Le pagava la Camera. Ossia, per farla molto molto spiccia, il contribuente. La cifra esatta: 3.974. Se poi a chiamare fosse il figlio, la moglie, la sorella, la madre, il padre, la nonna o il nonno, l’amico o l’amica del parlamentare in questione, poco importava. E se la conversazione fosse privata, interessava ancora meno. In Consiglio dei ministri Renzi ha fatto passare una modifica: gli euro saranno 1.200. Cioè meno della metà. E dovranno essere documentati. Non solo, dovrà essere dimostrato che a fare quelle telefonate sono stati i deputati nell’esercizio del loro mandato parlamentare. Un’inezia, là per là. «Una bella rottura di scatole», nei commenti di più di un appartenente alla Camera".

Insomma la Meli sembra voler dire: ripetete con me, Renzi ha già cancellato un privilegio odioso.

Il taglio dei rimborsi però rientra nella piena autonomia della Camera dei Deputati come gli ha ricordato oggi Anna Masera con una lettera al Corriere della Sera.

Pubblicata, come accade sempre su ogni quotidiano, con molta minore visibilità dell'articolo sul provvedimento che nessun Consiglio dei Ministri avrebbe mai potuto approvare.

autodichia

Il giornalismo e Renzi (tipo "notizie che non lo erano")